Un manipolo di società controlla la produzione e la distribuzione di libri. Ai piccoli editori le briciole, per i lettori a rischio la “bibliodiversità“: un interenssante articolo dal sito di altreconomia, da leggere per capire come funziona la distribuzione di libri e le politiche di marketing e prezzo, perchè si può fare consumo critico anche in libreria.
Prendete un libro di Altreconomia. Facciamo che costi 10 euro. 40 centesimi vanno subito in Iva. Un euro circa per la stampa. Altrettanto per editing e grafica. 80 centesimi vanno all’autore. Siamo già a 6,80 euro. Poi Ae decide che quel libro va in libreria. Il distributore nazionale cui si affida chiede il 56% di sconto (lui applicherà alle librerie il 30%). Da quel libro quindi, Ae porta in cassa la bellezza di 1,20 euro. A fine anno però si scopre che il distributore si è visto costretto a fare ulteriori sconti ai librai, in particolare alle grandi catene. Pena, l’esclusione dagli scaffali.
Fatti i conti, lo sconto reale arriva al 63%. Tradotto, per ogni libro da 10 euro ad Ae restano 50 centesimi, il 5%. Vi pare normale? (tutto l’articolo qui)