Dal sito Quale Energia.it promosso da Legambiente e Kyoto Club l’ interessante intervista ad uno de principali esperti di descrescita, Maurizio Pallante, autore anche di La decrescita felice.
Estrapolo alcune righe su merci, beni e dispersione dei consumi.
“Mediamente per scaldare le case in Italia si consumano 20 litri di gasolio o 20 metri cubi di metano o 200 kWh a metro quadro all’anno. In Alto Adige, in Germania o in altri posti non si permette di costruire case che consumino più di 7 litri di gasolio, 7 metri cubi di metano o 70 kWh al metro quadro all’anno. Questo cosa vuol dire? Che una casa mal costruita che disperde i due terzi dell’energia fa crescere il Pil più di una ben costruita che consuma un terzo rispetto all’altra. Quindi, la decrescita si attua costruendo case che consumano 7 litri o ristrutturando le case esistenti affinché da 20 scendano a un consumo di 7. In questo modo si ha una decrescita del prodotto interno lordo perché diminuisce la produzione e il consumo di una merce (cioè i 13 litri di gasolio su 20) che non è un bene, perché non serve a scaldare la casa ma si disperde visto che la casa è mal costruita. Noi siamo in un sistema che misura il benessere sulla crescita del consumo di merci, senza andare ad analizzare se queste merci sono effettivamente dei beni o meno. Noi diciamo che la prima cosa da fare è diminuire la produzione e il consumo delle merci che non sono anche beni. ”