I nostri vestiti sono un modo per esprimere chi siamo. Non parlano solo di noi: raccontantano anche storie lontane e nascoste, come quelle di produttori di cotone, tessitori, tintori e altri lavoratori che realizzano ciò che indossiamo. E se non sappiamo chi ha fatto i nostri vestiti, noi non possiamo essere sicuri che sono stati prodotti in modo giusto, pulito e sicuro.
Ecco perché noi vogliamo chiedere ai brand #whomademyclothes, chi ha fatto i miei vestiti?
Vogliamo sapere che i nostri vestiti non sono prodotti a scapito di persone o dell pianeta.
Attualmente, la realizzazione di capi di abbigliamento richiede quantità enormi di acqua, energia e terreni. E sfortunatamente molti dei nostri vestiti finiscono nella discarica. Ad esempio negli Stati Uniti, sono circa 11 milioni le tonnellate di abiti che vengono gettate.
E circa il 95% potrebbe essere riutilizzato o riciclato.
Dobbiamo trovare nuove strade per la moda, nuovi modi di pensare e realizzare l’abbigliamento e tutto ciò che ruota attorno ad esso.
Nel quinto anniversario del crollo del Rana Plaza, fabbrica di abbigliamento a Dacca in cui morirono più di mille persone, aderiamo al Fashion Revolution Day raccontando cosa ci lega al nostro capo di abbigliamento preferito. Quel vestito, t-shirt o accessorio che abbiamo da anni e che continuiamo a indossare, rappresenta una “storia d’amore” contro la moda usa e getta che rende ogni capo anonimo ed effimero.
Come fare: fatevi una foto con il vostro capo di abbigliamento preferito (magari Trame di Storie!) e spiegate in poche righe perchè è importante. Mandateci la foto entro il 21 aprile e noi la condivideremo sulla pagina Fb di altraQualità, insieme alle nostre, per dire a tutti che anche noi vogliamo la fashion revolution!
Indossate, fotografate e raccontate: aiutateci a cambiare la moda