Marco Noris
I mercati dell’alternativa
Per un progetto nella lunga durata del commercio equo e solidale
Sono due le date di riferimento che individuano il contesto di questo libro. Il 28 aprile del 2005 si apre a Bruxelles l’“International Banana Conference”. Per la prima volta nella sua storia, il commercio equo e solidale (Fair Trade) ha fatto sentire il suo peso in maniera talmente sensibile da “scomodare” per l’occasione le grandi multinazionali della Banana come Dole e Chiquita e i funzionari negoziatori per l’Unione Europea con l’Organizzazione Mondiale del Commercio. La seconda data di riferimento è il 7 ottobre 2005. Questo è il giorno del lancio sul mercato britannico del nuovo “Nescafé Partners’ Blend”, un caffè solubile equo e solidale a tutti gli effetti garantito dalla Fairtrade Foundation Uk, prodotto quindi da Nestlè, una delle maggiori e più boicottate multinazionali a livello mondiale. In quegli stessi mesi, Chiquita inizia a dare vita a progetti produttivi secondo i criteri di commercio equo e solidale con l’obiettivo di ottenerene il marchio. I fatti a cui fanno riferimento queste date ci dicono sostanzialmente due cose: in primo luogo il commercio equo e solidale ha definitivamente lasciato la sua fase pionieristica lanciandosi in mercati che sotto ogni aspetto richiedono un grande salto di qualità. In secondo luogo, la maggiore visibilità, la maggiore incisività nei mercati governati dalle grosse corporations, ha scatenato nuovi appetiti da parte di queste ultime che vedono nel mercato equo e solidale una nuova occasione di investimento e di (ri)conquista di una clientela da tempo perduta almeno in parte, o addirittura nuova. Di fronte a questi cambiamenti radicali qual è l’atteggiamento del movimento del commercio equo e solidale? Quali sono gli effetti politici, prima ancora che commerciali e quali sono le valutazioni di medio e lungo periodo sull’evoluzione dello stesso movimento?
(dalla prefazione di Lorenzo Guadagnucci)